Quando si può dire che una traduzione è “sbagliata”? I possibili errori di traduzione sono pochi e, di solito, piuttosto evidenti. Una traduzione si considera errata quando chi traduce (essere umano o macchina) riporta un messaggio e un concetto alterato nella lingua d’arrivo oppure omette concetti o dettagli. In genere, il problema riguarda una singola frase o termine, ma può generare errori a catena espandendosi a macchia d’olio sull’intero testo. Per scovare gli errori di traduzione, quindi, è indispensabile leggere e comprendere sia il testo di partenza che il testo d’arrivo, confrontandoli: leggendo solo la traduzione, è impossibile capire se è davvero corretta o no. La responsabilità in questi casi può essere del traduttore (insufficiente comprensione della lingua, inesperienza) ma anche di chi ha scritto il testo di partenza, se quest’ultimo è ambiguo e confuso. Un’altra possibile causa è la distrazione: per questo è indispensabile un’accurata revisione di tutte le traduzioni, oltre che un tempo ragionevole per realizzare il progetto. Altri errori di traduzione possono riguardare la terminologia, quando i termini specifici di un settore specialistico vengono resi con un termine inadeguato per quel settore. Anche in questo caso, l’errore si previene scegliendo traduttori specializzati e chiarendo le proprie esigenze fin dall’inizio del progetto. Gli errori di traduzione finiscono qui. Tuttavia, i possibili problemi di qualità in una traduzione sono molti di più:
  • Errori di ortografia e di battitura, di grammatica o di sintassi nella lingua d’arrivo. Non errori di traduzione ma errori linguistici, dovuti a una scarsa competenza nella lingua d’arrivo e/o a una revisione carente.
  • La mancanza di fluidità nella lingua d’arrivo, frasi goffe che “non suonano”. Tipica delle traduzioni fatte da non professionisti o da traduttori inesperti, solitamente troppo fedeli al testo di partenza, ma anche della traduzione automatica. Un problema che fa apparire il testo poco professionale e autorevole.
  • L’incoerenza, ovvero la mancanza di uniformità con altri testi precedentemente tradotti per la stessa azienda, o anche all’interno di uno stesso testo. Questo succede per disattenzione ma anche per scarsa comunicazione tra cliente e traduttori, oppure quando ci si affida a diversi fornitori di servizi di traduzione: per questo occorre predisporre i glossari aziendali e assicurarsi che traduttori e clienti siano allineati sulle scelte terminologiche.
  • Una traduzione inefficace, che non raggiunge lo scopo pensato per il testo di partenza (convincere, vendere, prescrivere).
  • La mancata resa di umorismo, espressioni idiomatiche e giochi di parole, che, tradotti letteralmente, non trasmetteranno alcun messaggio al lettore o, nella peggiore delle ipotesi, saranno incomprensibili e ridicoli. Anche in questo caso, l’esperienza di chi traduce e il dialogo con il cliente fanno la differenza.
  • Il mancato rispetto del tono di voce originale, da mantenere anche nella traduzione: è importante che chi traduce riceva istruzioni al riguardo.
  • Il gusto personale: una traduzione può non piacere. Chi ha competenze avanzate in una lingua straniera è in grado di coglierne le sfumature, che incontreranno o meno il suo gusto. Esistono spesso diversi modi di esprimere un concetto, tutti ugualmente validi. I professionisti madrelingua sanno motivare le proprie scelte e consigliare la migliore resa possibile.
In caso di dubbi su una traduzione, chiedi a professionisti indipendenti di valutarne la qualità. Una valutazione seria prenderà in considerazione punti specifici: evidenzierà i singoli problemi e analizzerà tono, stile, leggibilità, scelte terminologiche, lunghezza e costruzione delle frasi ed eventuali altri requisiti del testo.