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I prodotti audiovisivi sono un potente strumento di comunicazione aziendale: il fascino della musica, le immagini in movimento, una persona che racconta una storia possono agganciare lo spettatore in pochi secondi.
Nella nostra cultura immagini e video stanno diventando predominanti: le piattaforme dedicate a questo tipo di contenuti sono in costante aumento.
Le traduzioni dei sottotitoli aiutano le storie di un brand ad arrivare lontano.
Affinché un contenuto sia davvero efficace, è fondamentale tenere presente le caratteristiche del proprio pubblico e l’accessibilità linguistica e sensoriale. Ecco perché il materiale audiovisivo (video corporate, interviste, tutorial, audioguide, podcast…) dovrebbe essere sempre accompagnato dai giusti strumenti per poter parlare a tutti: i sottotitoli, intralinguistici o interlinguistici, il voice over tradotto, il doppiaggio.
Certamente esistono strumenti automatici, gratuiti e non, che sfornano il risultato tradotto e montato in pochi secondi. I limiti di queste tecnologie sono sotto gli occhi di tutti sui social, sui siti dei quotidiani, su ogni piattaforma che produce comunicazione veloce, usa e getta. Per un’azienda, vista la risonanza (letteralmente) che ci si aspetta da un contenuto audiovisivo, vale la pena affidarsi a professionisti capaci di curare tutti i dettagli che vi racconteremo tra poco.
Vediamo nello specifico come funziona la traduzione e localizzazione dei materiali video.
A meno che non si tratti di un evento in diretta, dove possono essere previsti servizi specifici di interpretazione simultanea o di sottotitolaggio in diretta (live captioning), nella maggior parte dei casi si parte proprio dalla trascrizione dell’audio presente nel filmato.
Anche per questa operazione esistono strumenti automatizzati, da utilizzare con cautela. Una trascrizione automatica può essere un buon punto di partenza se la persona parla in modo chiaro, lineare e con una dizione corretta. Certamente non uno strumento da usare pensando di ottenere un prodotto finito. Lo sconsigliamo anche quando non si conosce la lingua in questione.
L’alternativa è la trascrizione manuale, che richiede un tempo inizialmente più lungo ma meno lavorazioni successive. In questo modo si possono curare determinati aspetti fin da subito, evitando una prima stesura troppo “grezza” che poi deve essere necessariamente rielaborata. Chi trascrive, inoltre, dovrebbe possedere una serie di conoscenze accessorie che fanno la differenza rispetto a un software: una conoscenza approfondita della lingua che permetta di capire anche gli accenti più marcati, la conoscenza del cliente e dei suoi prodotti che permetta una corretta comprensione del messaggio, l’allineamento agli obiettivi del cliente per proseguire con le fasi successive.
Ebbene no, nella traduzione audiovisiva non si tratta solo di “ascoltare e tradurre”. Le tappe intermedie sono importantissime per il risultato finale. Bisogna infatti passare da un sistema all’altro: la comunicazione orale spontanea è un sistema poco sorvegliato, che non è stato pensato per essere letto. Il sottotitolo è un mezzo scritto, che non ammette incertezze nella grammatica e nella sintassi e che è vincolato a una serie di limiti fisici. Il voice over e il voice off (di cui parleremo più avanti) sono una forma di parlato sorvegliato.
Dopo la prima stesura, si procede con una serie di operazioni:
Tutte queste operazioni possono essere fatte con strumenti “artigianali” (semplici tabelle in formato Word o Excel, una soluzione pratica per video di pochi minuti) oppure con software specifici, lavorando con formati particolari (.srt è il formato più diffuso per l’elaborazione dei sottotitoli).
Il lavoro va affidato a una persona che abbia competenze specifiche nella traduzione audiovisiva e che possieda le stesse conoscenze necessarie per la trascrizione (azienda, prodotto, settore di riferimento).
Gli strumenti per la traduzione dipendono da come è stato impostato il lavoro, ma il più importante rimane sempre la sensibilità del traduttore che saprà comporre un testo con le caratteristiche giuste per essere letto nei sottotitoli oppure ascoltato dalla voce di uno speaker. Dovrà inoltre cercare di rendere tutti gli elementi della comunicazione che non sono strettamente lessicali: il ritmo, l’intonazione, l’enfasi. Dovrà costruire un buon testo tradotto, ma senza allontanarsi dall’originale. Spesso, quando traduciamo un testo scritto, riportiamo i concetti nell’ordine più opportuno per la lingua d’arrivo. Questo non è consigliabile in un lavoro di sottotitolaggio o di voice over: il contenuto potrebbe non essere più coerente con le immagini; inoltre per l’utente che conosce entrambe le lingue sarà molto disagevole percepire lo scostamento tra la lingua di partenza e quella d’arrivo.
Prima ancora del montaggio, bisogna dunque verificare che la traduzione proposta sia adeguata ai tempi e alle caratteristiche del video.
In questa fase non dobbiamo dimenticare la traduzione degli elementi scritti del video: titoli, grafiche, “sottopancia”, titoli di coda, se presenti.
La traduzione audiovisiva può essere destinata a diversi canali. Il professionista o la struttura che ha realizzato e montato il video procede con la creazione del prodotto finale:
Viene dunque il momento dei controlli finali, da affidare preferibilmente a una persona di madrelingua che si accosti al video proprio come il pubblico a cui questo è destinato.
Una volta ultimati tutti i dettagli dell’ultimo minuto, il contenuto è pronto a incontrare il suo pubblico.
Leggi anche: L’alchimia di un buon servizio di traduzione
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